Giulia Catenazzo, content editor e soprano
Traduttrice esperta e Web Content Editor, Giulia impara a cantare prima ancora che a camminare. Questa è la sua storia.
Giulia Catenazzo è entrata nell’area Digital Communication del Gruppo mashfrog nel luglio 2019. Ha una Laurea in Lingue, con specializzazione in traduzione tecnica dall’inglese, parla molto bene anche tedesco e spagnolo e canta da quando è piccolissima.
Nasce a Matera quasi 30 anni fa e in questa città suo padre, musicista e professore di Conservatorio, dirige il Coro della Polifonica Materana “Pierluigi da Palestrina”. È figlia d’arte, dunque, l’ambiente familiare le ha insegnato ad amare una musica complessa come quella corale, ma è certo che Giulia il suo percorso in questo mondo se lo è costruito in piena autonomia.
L’arrivo a Roma
Non studia al Conservatorio, preferisce seguire una strada diversa, si trasferisce a Roma finite le scuole, si iscrive alla Facoltà di Lingue e inizialmente non ha facilità a trovare un coro nella Capitale. È durante l’anno di Erasmus in Inghilterra che la passione per il canto torna ad essere preponderante.
In Inghilterra c’è un’altra cultura, il Coro Universitario è molto serio e sebbene non abbia potuto entrarci in modo stabile, ho avuto l’opportunità di cantare con loro.
Tornata a Roma la ricerca di un coro non è più rimandabile. È ora che Giulia si imbatte nel Roma Rainbow Choir, il primo coro LGBT in Italia. Una realtà fatta di dilettanti e professionisti che si esibisce dal 2006, organizzando concerti in tutto il Paese in difesa dei diritti civili della comunità LGBT e non solo.
Dirigere un coro a 25 anni
Nel Rainbow Choir Giulia ha una grande opportunità, quella di dirigere un coro. Come suo padre. Dal 2014 non è più solo corista, ma diventa colei a cui spetta il compito di guidare, preparare e motivare i coristi. Non solo, gli anni da Direttrice del Rainbow sono stati caratterizzati da un’intensa attività organizzativa: trasferte in giro per l’Italia, progetti con altri cori LGBT: un’attività frenetica, “un secondo lavoro che in alcuni casi diventava più impegnativo del primo”, che ha contribuito a creare il primo coordinamento tra cori LGBT in Italia. La riprova che la musica, come l’arte in genere, è un veicolo forte di consapevolezza ed inclusione, uno strumento capace di creare cultura e cultura dell’integrazione.
Giulia dirige il Roma Rainbow Choir fino a marzo 2018. Successivamente inizia una nuova collaborazione, quella con il Roma Vocal Ensemble, dove canta ancora oggi come voce soprano.
Educare alla musica corale
Giulia con la musica c’è cresciuta. Si è formata da autodidatta, ma con un maestro e un mentore d’eccezione, suo padre, grazie al quale ha incontrato figure di spicco della musica corale italiana contemporanea. Dal Rinascimento al Romanticismo, dal canto Gregoriano alla musica barocca, Giulia ha una cultura musicale estesa, ma il repertorio che negli anni ha cantato e fatto cantare è decisamente diversificato.
Il pop è entrato nella musica corale e questo sta facilitando l’educazione alla musica anche dei più giovani, ci racconta. Con il Rainbow abbiamo portato in scena brani di Madonna e Lady Gaga e proprio di recente, a Roma, i cori di alcuni licei si sono esibiti in un medley dei Queen ("Queencubo", arrangiato da Dodo Versino) che ha avuto un successo incredibile.
Segno positivo di una tradizione che cambia anche integrando melodie e sonorità recenti con il repertorio più classico.
Il lavoro con la Polifonica Materana
Giulia collabora assiduamente anche con le attività del Coro della Polifonica Materana guidato da suo padre, prima fra tutte il Concorso Antonio Guanti, un’iniziativa prestigiosa rivolta a tutti i cori amatoriali d'Italia. Per l’edizione di quest’anno, così come per quella del 2018, Giulia ha potuto mettere a frutto le sue diverse competenze, svolgendo il ruolo di traduttrice ufficiale e interprete per i giurati.
Esperienza, professione e passione sembrano integrarsi e convivere in modo molto armonico in Giulia. Ma una certezza resta salda, che senza la musica e senza il canto non potrà mai stare.