Bike to work: dalla mobilità sostenibile alle altre scelte "green" di Daniele Dastoli
Daniele Dastoli, graphic designer di mashfrog Group, ci ha parlato di sé, delle sue scelte sostenibili e di come è nata la decisione di usare la bicicletta come unico mezzo di trasporto.
Classe 1988, Daniele lavora come graphic designer da settembre del 2007, subito dopo aver conseguito il diploma in grafica pubblicitaria. Ha lavorato per diverse agenzie anche come freelance, è in mashfrog dal 2019. Ci ha raccontato come è nata la sua scelta di usare la bicicletta per spostarsi in una città come Roma e quali solo le altre scelte sostenibili che mette in pratica ogni giorno per ridurre il suo impatto sull’ambiente.
Come è nata la tua passione per la bicicletta?
Grazie a mio nonno, anche lui ciclista amatore, ho imparato ad andare in bici a quattro anni. Nel suo paese ci si muove in bici e tutti ne hanno una, mio nonno si divertiva anche ad assemblarle, ripararle e restaurarle, nella nostra cantina ce n’erano una ventina. Verso luglio c'è il Tour de France, e in quelle settimane si restava a casa fino alla fine della tappa, poi si andava in spiaggia, in bici ovviamente! In particolare, fu l'estate del '98 a segnarmi, quando un ragazzo che rispondeva al nome di Marco Pantani fece l'impresa di vincere il Tour, dopo aver già vinto il Giro d'Italia nello stesso anno.
È solo uno sport oppure è proprio una scelta sostenibile?
Entrambi. Ad essere sincero ho iniziato prima ad usare la bici per svago, piccoli spostamenti e commissioni, ma ben presto mi sono reso conto che era molto più pratico non dover cercare parcheggio e poter saltare il traffico. Solo più tardi ha iniziato a gratificarmi l'idea della sostenibilità, e ho compreso l'abuso che si fa dell'automobile. La bici non solo non inquina, ma è un mezzo praticamente eterno e lo spreco di materiali e l'impatto ambientale sono pressoché nulli.
Quindi usi la bici proprio come mezzo di trasporto? Anche per andare al lavoro?
Assolutamente sì. Ora siamo in remote working da più di un anno, ma prima andavo sempre in bici, sole o pioggia, estate o inverno, basta avere un bagno a disposizione sul posto di lavoro e un cambio di vestiti. L'esigenza è nata per la grande voglia di andare in bici e il poco tempo per farlo, quindi perché non coniugare le due cose? Molte persone pagano una palestra e dopo il lavoro si mettono in macchina, nel traffico, per andare a praticare attività fisica, io abito a 11km dall'ufficio e in mezz'ora lo raggiungo, ogni sera torno a casa e ho già fatto la mia ora di attività fisica giornaliera. Ne giova il fisico, il portafogli e anche l'umore.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di muoverti in bici in una città come Roma?
Sinceramente non vedo grandi svantaggi, nonostante il pensiero comune sia un altro. Spesso la mobilità sostenibile viene vista come un'utopia, soprattutto in città grandi e caotiche come Roma, ma posso assicurare che è possibile e ne sono la prova le sempre più numerose persone che come me si muovono in bici. In 45 minuti circa ci si sposta da un estremo all'altro della città, e non è un tempo così lungo rispetto a chi si muove nel traffico nelle ore di punta; inoltre è tempo che dedichiamo a noi stessi, durante il quale viviamo la città e il quartiere in prima persona. Per fortuna da qualche tempo anche a livello istituzionale noto una maggiore consapevolezza verso le tematiche ambientali: anche a Roma si stanno realizzando nuove piste ciclabili e questo spronerà molti cittadini ad approcciarsi al mezzo bici. È ancora molto poco, ma è un buon inizio.
Oltre a preferire la bici alla macchina, ci sono altri comportamenti che metti in atto per ridurre il tuo impatto ambientale?
Certo. Ci sono molte cose che ognuno di noi può fare per diminuire l'impatto ambientale delle nostre vite senza dover rinunciare a chissà quali comodità o abitudini. Personalmente cerco di avere tante piccole accortezze senza troppi estremismi: limito il consumo di carne e derivati animali e l'acquisto di cibi confezionati o provenienti dall'altra parte del mondo, cerco di far durare scarpe e vestiti il più possibile, non lavo ad alte temperature, cambio il telefono solo quando non funziona più, cerco di fare una buona raccolta differenziata dei rifiuti, non abuso di riscaldamenti e condizionamento dell'aria, e diverse altre cose, diciamo che cerco di applicare questo tipo di approccio un po' a tutto. Purtroppo, la società ci spinge al consumo sfrenato, molto spesso di cose che neanche ci servono.
Secondo te stiamo andando nella direzione giusta? Quali sono gli aspetti della sostenibilità ambientale su cui dobbiamo porre maggiormente l’attenzione nel prossimo futuro?
Non credo. Se ne parla tanto ma si fa ancora poco, oltre agli accordi sul clima serve soprattutto sensibilizzazione da parte delle istituzioni, e con un po' di coscienza da parte di tutti potremmo iniziare a vedere dei risultati e a giovare dei benefici.