Smartworking, da sfida ad opportunità: l’approccio Mashfrog
Lo smartworking si è imposto come un’esigenza per affrontare la sfida della pandemia, ma per Mashfrog Group si è trasformata in un’occasione di miglioramento del benessere dei dipendenti e di ottimizzazione dei flussi di lavoro.
La pandemia ha cambiato molti aspetti del nostro stile di vita, in primis le nostre abitudini lavorative: aziende e dipendenti si sono trovati ad affrontare un cambio di paradigma che mai si era visto prima nella storia. Tuttavia, la sfida dello smartworking ha introdotto anche alcune importanti opportunità, almeno per le aziende che sono riuscite a coglierle. Tra queste c’è Mashfrog Group, che ha saputo riconoscere nel lavoro agile un’occasione per migliorare l’organizzazione del lavoro e il work life balance dei dipendenti.
I numeri dello smartworking
Il lockdown imposto dalla pandemia ha obbligato moltissime aziende, sia pubbliche che private, a ricorrere alla pratica dello smartworking per permettere ai dipendenti di continuare a svolgere le proprie mansioni senza recarsi in ufficio. Una modalità lavorativa ancora poco praticata e conosciuta per molte di loro, tanto che, secondo una ricerca ISTAT, le imprese che hanno scelto questa forma di lavoro con la pandemia sono passate dal 15% al 77%. Un cambiamento di così grande portata ha generato inevitabilmente una rivoluzione, rispetto soprattutto all’organizzazione del lavoro e a tutti gli aspetti che la riguardano: dalla concreta gestione delle attività da svolgere alla comunicazione con i propri colleghi, tutte pratiche che abbiamo dovuto imparare a gestire efficientemente anche da remoto. Lo smartworking ha inoltre introdotto un nuovo equilibrio tra vita privata e professionale da parte dei lavoratori, che non dovendo più recarsi in ufficio, hanno potuto recuperare del tempo in più e di maggiore qualità da dedicare da dedicare a sé stessi e alla propria famiglia.
Alcune aziende non si sono rivelate ancora capaci di adattarsi a questi importanti cambiamenti, altre invece ne hanno tratto grandi vantaggi, sia nell’operatività lavorativa che nella gestione dei propri dipendenti: tra queste ultime c’è anche Mashfrog Group.
Lo smartworking in Mashfrog Group
L’introduzione dello smartworking in Mashfrog risale a maggio 2019, quando fu introdotto come progetto sperimentale. Ecco perché all’inizio del primo lockdown a marzo 2020 l’azienda era già ben predisposta a proseguire con questa modalità di lavoro, ritenuta da sempre in linea con i propri obiettivi di sostenibilità sociale. In Mashfrog riteniamo infatti che lavoro autonomo, attenzione al work- life balance e wellbeing dei dipendenti siano aspetti molto importanti da salvaguardare per migliorare la qualità del lavoro dei dipendenti.
Lo smartworking non è stato per Mashfrog un’imposizione negativa, quanto piuttosto una naturale evoluzione di un processo che era già iniziato ben prima della pandemia e che proseguirà anche dopo. Mashfrog incoraggia e predilige il lavoro da casa, pur permettendo a tutti di frequentare gli uffici in caso di necessità, consapevole che anche il lavoro in presenza ha i suoi aspetti positivi. Alla base di questa libertà decisionale c’è naturalmente la fiducia nei propri collaboratori, che in questi mesi di pandemia hanno dimostrato di riuscire a raggiungere ottimi risultati anche lavorando da remoto.
A seguito di una serie di sondaggi rivolti ai dipendenti, è emerso che lo smartworking ha migliorato la loro vita, senza avere avuto impatti negativi sulla produttività, anzi piuttosto ha permesso di gestire meglio il lavoro e guadagnare più tempo da dedicare alla famiglia o alle proprie passioni.
Ecco perchè lo smartworking è diventato strutturale nell’organizzazione dei processi di lavoro in Mashfrog, permettendo ai lavoratori di scegliere in quale modalità e soprattutto in quale luogo svolgere le proprie attività, consapevoli che il mondo del lavoro è ormai irreversibilmente cambiato e che, se si sanno cogliere gli elementi positivi, si possono trarre grandi vantaggi anche da questa trasformazione.