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06 Novembre 2024

I VISUONI di Riccardo, sound designer, compositore (e molto altro)

Riccardo, pilastro della Audio Visual Factory della BU Content & Creative Solutions di Mashfrog, ci racconta la sua carriera tra musica, video, teatro, giornalismo… e podcast.

Riccardo Cocozza

Riccardo Cocozza è una figura chiave nel team creativo di Mashfrog. Oggi gestisce le principali produzioni audiovisive della BU Content & Creative Solutions, partecipando anche alla fase di pre-produzione e coordinamento delle risorse allocate sui progetti. Ha costruito la sua carriera intrecciando la passione per la musica e la narrazione sonora con il mondo audiovisivo. Al di fuori di Mashfrog, ha molti progetti personali, uniti dal profondo legame con il suono come mezzo espressivo.

Di cosa ti occupi in Mashfrog?

Ho iniziato come sound manager, occupandomi di tutta la parte audio dei prodotti audiovisivi che produciamo. Nel corso del tempo il mio perimetro di azione si è evoluto e ad oggi sono anche responsabile di alcune produzioni e supporto il coordinamento dell'area audio-video. Parte del mio lavoro si svolge nella fase di pre-produzione: pianifico le lavorazioni, definisco tempistiche e modalità di lavoro, e contribuisco alla costruzione della troupe, in stretta collaborazione con Davide Lemma, Head of Area Audio Visual Factory. È un ruolo molto più ampio rispetto a quando ho iniziato, che mi consente di avere una visione completa di tutto il processo produttivo e di occuparmi non solo della parte creativa, ma anche di quella organizzativa e strategica.

Qual è il tuo percorso formativo?

Ho frequentato il liceo classico, dove ho acquisito una solida base culturale. Il mio sogno era diventare giornalista, ma per una serie di circostanze ho dovuto lasciare gli studi universitari e cominciare a lavorare. Perché faccio il fonico? Perché volevo fare la rockstar! Scherzi a parte, la passione per la musica è stata il filo conduttore della mia vita. Con il tempo però mi sono professionalmente spostato dal mondo della musica (che non ho mai abbandonato) al mondo dell’audiovisivo. E me ne sono perdutamente innamorato. Ho frequentato il Saint Louis College of Music di Roma, un corso di formazione per diventare tecnico del suono, a seguito del quale sono diventato fonico di mix e sound designer e ho iniziato a lavorare per varie produzioni.

Quali altri progetti segui al di fuori di Mashfrog?

Al di fuori dell’ambito lavorativo in Mashfrog, mi occupo di tanti progetti differenti. Innanzitutto, continuo a dedicarmi alla mia prima grande passione: la musica. Suono in una band, fondata quando ero adolescente, che non ha mai smesso di lavorare. In passato ho fatto parte di una compagnia teatrale sperimentale con cui abbiamo portato diversi spettacoli in giro per l’Europa. In tempi più recenti, mi sono appassionato alla produzione di colonne sonore e sound design per lungometraggi e cortometraggi, due ambiti generalmente separati, ma che a me piace mischiare, trasformando i rumori in suoni e note musicali. Infine, c’è il mondo dei podcast: collaboro con giornalisti d’inchiesta per produrre contenuti che mescolano narrazione e audio, e ho avuto il piacere di scrivere e produrre alcuni podcast. Uno di questi è Nieto 133, il primo che firmo non solo come sound designer e fonico, ma anche come autore. Un progetto che ha rappresentato un’unione delle mie tre passioni: il giornalismo, la musica e l’audio.

Cosa ti attrae del suono rispetto al video?

Il suono ha un potere di suggestione molto più forte dell’immagine. Quando guardi un’immagine, il tuo cervello tende a riconoscere ciò che vedi in maniera oggettiva: se vedi un albero, sai che è un albero. Invece con il suono l’esperienza è molto più soggettiva: se senti un suono legato a un albero, potresti non riconoscerlo subito e il tuo cervello lo interpreterà in base alla tua esperienza personale, anche inconscia. Questo rende il suono un mezzo incredibilmente evocativo, capace di creare sensazioni molto profonde e intime. Mi piace dire che il suono ha un rapporto più diretto con le emozioni, rispetto alle immagini: può trasmettere stati d’animo, sensazioni e suggestioni che sono difficili da ottenere con il solo video. È quello che ho cercato di spiegare[RC1]  con VISUONI – We need sounds for a video, una serie di clip realizzate per raccontare il mio lavoro, di cui puoi vedere la prima puntata qui:

VISUONI

Che rapporto hai con l'Intelligenza Artificiale?

Ho un rapporto di amore-odio. Da un lato, lo considero un progresso tecnologico affascinante e molto utile per accelerare lo svolgimento di alcune attività. Dall’altro lato, però, mi spaventa il rischio di appiattimento creativo. Un’altra delle cose che mi piace del suono è proprio la sua componente artigianale, che lascia ampia libertà di azione a chi ci lavora. Con l’intelligenza artificiale temo invece che il pubblico possa abituarsi a prodotti privi di originalità e tutti uguali tra loro. Mi auguro quindi che l’IA rimanga solo uno strumento di lavoro da utilizzare con senso di responsabilità, e che resti ancora spazio per l’errore umano, spesso il punto di partenza per la creazione di qualcosa di veramente unico e memorabile.

Per chiudere, cosa ti piace del tuo lavoro in Mashfrog?

Decisamente la possibilità di sperimentare. Ogni progetto è diverso e mi permette di usare la creatività in modi sempre nuovi. Mi trovo spesso a inventare soluzioni audio su richiesta dei clienti, e questo aspetto del problem solving creativo mi stimola molto. Un altro aspetto che adoro della produzione è la possibilità di incontrare tante persone e riuscire a conoscere il loro aspetto più umano. Inoltre, il mio lavoro mi porta a viaggiare molto e visitare luoghi che non avrei mai conosciuto altrimenti. Come quella volta che sono stato in Africa per il progetto Demopatia, un’app-documentario sul valore della democrazia, realizzato in collaborazione con ZeroCalcare. O quando mi sono arrampicato a 2.200 metri con la neve alta insieme a Maurizio Zanolla (conosciuto come Manolo). Tutte esperienze (a volte vere e proprie avventure!), che mi arricchiscono anche a livello personale e sono fonte di continue ispirazioni per nuovi progetti.