Il favoloso mondo di Alessia, cyber woman della sicurezza aziendale
Abbiamo ripercorso insieme ad Alessia, Cyber Fusion Consultant in Mashfrog, le principali tappe del suo percorso formativo, fondato su tre parole chiave: conoscenza, difesa e libertà.
La sua carriera è un intreccio di passione per l’informatica, dedizione verso la conoscenza e desiderio di difendere chi è più vulnerabile. Grazie a una formazione ricca e diversificata, che spazia dal diritto alle competenze tecniche, Alessia ha saputo trasformare le sue ambizioni in un lavoro che soddisfa pienamente le sue aspettative. In questa intervista ci racconta non solo le tappe del suo percorso formativo, ma anche la sua visione sul ruolo delle donne in un settore prevalentemente dominato da uomini.
Da quanto tempo sei in Mashfrog e di cosa ti occupi?
Sono entrata in Mashfrog nel marzo 2024 come Cyber Fusion Consultant e attualmente mi occupo di Governance, Risk e Compliance (GRC). Il mio ruolo consiste nel fare analisi di rischio, effettuando valutazioni integrate che includono sia le minacce cyber sia le minacce provenienti dal mondo analogico. Utilizzo strumenti di cyber intelligence per raccogliere dati, ad esempio da fonti aperte come immagini satellitari o banche dati catastali. Queste indagini mi permettono di tracciare profili di rischio completi, aiutando i nostri clienti a prevenire e mitigare possibili incidenti.
Qual è il tuo percorso professionale?
Il mio percorso è caratterizzato da scelte che, pur sembrando inizialmente non correlate, hanno seguito un filo logico preciso. Mi sono diplomata al liceo linguistico, quindi ho intrapreso la facoltà di Giurisprudenza all’Università di Trento con l’obiettivo di diventare un avvocato penalista, specializzato in nuove tecnologie e cybercrime. Nel 2019, mentre ero ancora studentessa, è successa una cosa che ha cambiato completamente il corso degli eventi: ho ricevuto una proposta da una importante società di consulenza, che aveva avviato un’iniziativa formativa rivolta alle donne interessate ad intraprendere un percorso lavorativo in ambito cyber.
È stata la svolta. Ho passato le selezioni e intrapreso uno stage che mi ha fatto entrare a pieno titolo in questo settore lavorativo, permettendomi di integrare le mie conoscenze giuridiche con competenze tecniche avanzate. Poiché ero completamente assorbita dal lavoro, ho scelto di completare gli studi presso un’università telematica, altra decisione che ha condizionato (in meglio!) la mia vita, visto che mi ha permesso di discutere una tesi in Informatica dal titolo “National Cyber Intelligence: utilizzazione strategica delle reti informatiche per la difesa dalle minacce alla sicurezza nazionale”. È un lavoro di cui vado molto fiera, perché rappresenta il perfetto punto d’incontro tra i miei tre interessi principali: l’intelligence, il diritto e la tecnologia.
Cosa ti ha spinto a scegliere la cybersecurity come ambito lavorativo?
La passione per l’informatica mi accompagna da quando ero bambina e non mi ha mai abbandonata. A questa si è poi unito un forte desiderio di difendere chi è in difficoltà. Questo connubio tra informatica e difesa mi ha portata verso la cybersecurity, perché la sicurezza, nel senso di sentirsi sicuri, presuppone la capacità di sapersi difendere. E per sapersi difendere bisogna conoscere. Ecco perché ho scelto di studiare il diritto, così da avere gli strumenti per difendere me stessa e chi altro ne avesse bisogno.
Inoltre, ho due grandi interessi che guidano il mio lavoro: l’Intelligence, quindi il valore abilitante dell’informazione e la sua protezione, e il cybercrime, la lotta contro i reati commessi attraverso l'utilizzo di strumenti cibernetici. Ho anche partecipato ad una Summer School sul cybercrime all'università Cattolica di Milano e ad un’altra sulle neuroscienze all’Università di Pavia, esperienze che mi hanno permesso di approfondire queste tematiche. In generale, cerco sempre di formarmi e coltivare queste mie passioni, ma sicuramente è grazie al lavoro che mi sono poi specializzata in cybersecurity.
In base alla tua esperienza, credi ci sia un divario di genere in ambito cyber?
Sì, il divario c’è ed è innegabile. Ho lavorato spesso in ambienti prevalentemente maschili, dove le donne erano poche e, a volte, sottovalutate. Tuttavia, credo che la diversità tra uomini e donne sia una risorsa preziosa. Le neuroscienze dimostrano che abbiamo modi diversi di ragionare: il pensiero femminile è più trasversale, mentre quello maschile tende a essere più verticale. Questa complementarità può arricchire ogni team e migliorare le performance complessive. Non dobbiamo vedere la diversità come una minaccia, ma come un’opportunità. Le donne portano un valore aggiunto in termini di organizzazione, multitasking e approccio olistico ai problemi. Superare il pregiudizio è fondamentale per costruire un settore più inclusivo e produttivo.
Sei membro dell’Associazione Women4Cyber. Perché hai scelto di farne parte?
Women4Cyber Foundation è una realtà europea senza scopo di lucro nata nel 2019 che fa capo alla ECSO – European Cyber Security Organisation, ed ha l’obiettivo di promuovere, incoraggiare e sostenere la partecipazione delle donne nel campo della sicurezza informatica a livello europeo. Ho deciso di aderire a Women4Cyber perché credo profondamente nella sua missione: promuovere la partecipazione delle donne nella cybersecurity attraverso formazione e sensibilizzazione. Per me, l’istruzione è il primo passo verso la libertà e la capacità di difendersi, e Women4Cyber offre strumenti concreti per raggiungere questo obiettivo.
Un altro motivo è stato la presenza di Nunzia Ciardi quale socia onoraria dell’associazione. Lei è stata la prima donna a capo della Polizia Postale e oggi ricopre il ruolo di Vice Direttore Generale dell’ACN, l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale. Per me lei è l’esempio perfetto di quanto le donne possano eccellere in un settore complesso come quello cyber.
Che percezione hai rispetto alla parità di genere in Mashfrog?
Mashfrog è un ambiente in cui mi sono sempre sentita valorizzata e rispettata per le mie competenze. Non ho mai percepito discriminazioni di genere, e l’attenzione alla parità è evidente non solo nelle politiche aziendali, ma anche nelle iniziative promosse, come i contenuti sui social e le attività interne di sensibilizzazione. Per me, essere trattata alla pari significa poter esprimere il mio potenziale senza dover affrontare pregiudizi o stereotipi, ed è esattamente quello che ho trovato qui: un luogo in cui talento e merito vengono riconosciuti senza distinzione di genere.
Infine, che aspettative hai per il tuo futuro?
La mia priorità è continuare a fare formazione. Ho già in mente di frequentare un master per approfondire le mie competenze e prepararmi a nuovi ruoli. In futuro, mi piacerebbe diventare manager, ma non un manager burocratico: voglio essere un leader operativo, che conosce il proprio team e le sfide del settore. Mashfrog mi sta dando la possibilità di crescere in un ambiente stimolante e sono entusiasta di costruire il mio percorso qui.