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Il documentario "Quarto Tempo – Tutto il resto della vita", realizzato per ACF Fiorentina da Davide Lemma, regista e sceneggiatore, racconta il viaggio dentro uno spogliatoio autentico, dove prende forma una grande squadra: quella degli atleti diversamente abili e della straordinaria community che condivide con loro la passione per il calcio. Una rete fatta di tecnici, famiglie, amici e legami autentici, che trasforma ogni gesto in significato e ogni partita in un’occasione per superare sé stessi. In questo spazio unico, la diversità diventa valore e il calcio si vive in modo vero, intenso e potente. Con uno sguardo rispettoso e coinvolto, il documentario accende i riflettori su una quotidianità che ispira, e Mashfrog Group sceglie di raccontarla per celebrare lo sport come strumento di inclusione, relazione e trasformazione.
Un documentario sull’inclusione nello sport
Il documentario prende il nome dall’omonima associazione dilettantistica di Campi Bisenzio. Qui, lo sport diventa strumento di promozione sociale ed educativa. Questo lavoro si inserisce nel percorso di collaborazione avviato nel 2019 con ACF Fiorentina e continua a valorizzare i progetti più significativi della società.
"Quando io e la mia famiglia siamo arrivati alla Fiorentina - ha raccontato il presidente viola Rocco Commisso - ci ha subito colpito la realtà delle nostre squadre special. Mi emoziona il loro impegno, il loro entusiasmo, il loro modo autentico di vivere il calcio, per questo abbiamo cercato di non far mancare il nostro sostegno e di supportarli con continuità nel quotidiano. Era un progetto molto amato anche da Joe Barone che aveva con questi ragazzi un rapporto davvero speciale".
"Questo documentario e i suoi protagonisti interpretano alla perfezione il vero senso dello sport, sempre più raro da incontrare - dice Alessandro Ferrari, dg della Fiorentina - l'agonismo sposato all'amicizia, il benessere psicofisico che deriva dal prendersi cura di sé e degli altri, il senso di appartenenza. Quarto Tempo è per noi una continua fonte di insegnamento e di ispirazione, vogliamo che arrivi sempre di più al grande pubblico e crediamo che questo contenuto possa essere un valido strumento".
"Il documentario non ha la pretesa né l’intenzione di approfondire i temi della diversità, ma si presenta come il tentativo di restituire al pubblico l'atmosfera di uno spogliatoio in cui non c'è omologazione e ipocrisia, in cui la professionalità dei tecnici è altissima e l'agonismo è molto sentito ma vige un unico presupposto fondamentale e inderogabile: il divertimento”, spiega Davide Lemma.